Intervista a Michele Tonelli

Intervista a Michele Tonelli

Coltivare fraternità. Quando l’agricoltura incontra il sociale

Michele Tonelli, laureato all’Università di Bologna in Scienze della Formazione, da 5 anni si occupa di agricoltura biologica. Michele è responsabile del team di “Coltivare Fraternità”, una cooperativa sociale che pratica coltivazioni biologiche nella zona di Ozzano dell’Emilia. Quella per l’agricoltura è una passione che lo accompagna fin dall’infanzia affiancata, dall’impegno nei confronti delle persone più svantaggiate.

Come nasce la cooperativa sociale Coltivare Fraternità?

Coltivare Fraternità nasce con lo scopo di inserire giovani e persone che vivono condizioni difficili in un cammino educativo, affinché ciascuno possa imparare a prendersi cura della realtà che lo circonda, nel modo in cui solo l’agricoltura sa insegnare. Cerchiamo di sostenere l’inserimento sociale e lavorativo e generare benefici inclusivi, favorire percorsi terapeutici, riabilitativi e di cura. Ognuno di noi con il proprio lavoro cerca di contribuire a qualcosa di più grande: nella nostra cooperativa lavorano specializzati nel settore agricolo, educatori e tantissimi ragazzi. I lavori possono essere altamente specializzati o semplici. Ogni ruolo è fondamentale: anche l’agronomo più esperto non potrebbe svolgere al meglio il suo lavoro se non ci fosse uno di noi pronto a tirar via le erbacce quando è necessario. L’agricoltura sociale mira a riunificare bisogni, identità e tutele per tutti. In questo si ritrova il valore del lavoro non solo come fonte di reddito ma anche come elemento fondante di una società più giusta, più unita e sostenibile.

I vostri prodotti sono tutti biologici, in cosa differiscono dalla grande distribuzione?

Un’azienda agricola biologica non usa prodotti di sintesi chimica, concimi e diserbanti solitamente usati dalle aziende non biologiche. Coltivare Fraternità usa solo prodotti e concimi di origine naturale. La parola d’ordine per noi è rispetto: rispettiamo il prodotto e il suo ambiente naturale di crescita. Cerchiamo di creare nella nostra azienda una “biodiversità dell’ambiente”, manteniamo una rotazione costante delle colture e utilizziamo solo semi biologici. La differenza reale consiste nella visione stessa della terra, vissuta come risorsa non da sfruttare ma da tutelare, mantenendola viva e sana a vantaggio anche del consumatore. Il prodotto che ne deriva a volte, non sempre, è imperfetto nella forma ma perfetto nel gusto.

Come avviene la coltivazione di uno dei vostri prodotti?

Questa settimana abbiamo raccolto gli ultimi cavoli verza. La coltivazione di questo ortaggio è in realtà piuttosto semplice, soprattutto nelle nostre zone – qui c’è il tipo di clima adatto a questa tipologia di ortaggio. Quest’estate abbiamo trapiantato circa 6000 piantine di cavolo verza in due varietà: una precoce (cresce in 80 giorni) e una tardiva (120 giorni). Ogni piantina viene trapiantata a 50 cm dall’altra e irrigata con una manichetta a goccia. Il periodo iniziale, coincidendo con la piena estate, richiede un’attenzione particolare rispetto alla somministrazione d’acqua. Il cavolo verza è un ortaggio che preferisce il freddo, è tra i pochi a non aver risentito del freddo intenso di quest’inverno!

Cosa ti piace del tuo lavoro?

Tutto! Lavorare nei campi educa a valori che spesso tendiamo a dimenticare. Seguire il processo di crescita di una piantina mi insegna ad avere pazienza e a rispettare il tempo naturale di attesa per avere un prodotto sano e di qualità. Con la cooperativa ho in più la possibilità di fornire un aiuto concreto insegnando ai ragazzi che arrivano qui il valore del lavoro. Un valore aggiunto che mi da ancora più forza nel portare avanti questo progetto.